Info su di me e il mio lavoro...
martedì 29 ottobre 2013
sabato 26 ottobre 2013
45 VINI PER MEGLIO CONOSCERE LA FRANCIA: BORDEAUX (di Antonio Lagravinese)
Il Bordeaux rappresenta la nobiltà della Francia, terra dei grandi Chateaux e di quel vino che è forse assurto al ruolo di paradigma dell’eccellenza.
A coadiuvare Luca Bandirali e Delfina Piana è stato chiamato per l‘occorrenza Fabio Balan, co-titolare dell’Azienda Balan, specializzata nella produzione, trasformazione e commercializzazione di vini e grande esperto dell’enologia francese. La degustazione si è avvalsa anche del prezioso supporto di Dennis Barbieri, Agente per Balan sul territorio.
Il terreno di Bordeaux si caratterizza per la vicinanza con l'Oceano Atlantico e quindi l'influenza mitigatrice delle Corrente del Golfo, le foreste dell'Aquitania offrono protezione contro i venti marini e l'azione termoregolatrice dei due corsi d'acqua che attraversano la regione cioè la Dordogna e la Garonna.
Schematicamente il Bordeaux può essere diviso in tre macro-aree: la riva a destra della Dordogna con predominanza di uve Merlot, la riva sinistra della Garonna caratterizzata da uso predominante del Cabernet Sauvignon ed Entre-Deux-Mers compresa tra i due fiumi che è il polmone produttivo del Bordeaux in termini di quantità, molto meno come livello qualitativo medio.
La riva sinistra è a sua volta suddivisa in due aree: il Medoc a nord di Bordeax e le Graves a sud. La zona delle Graves è la patria dei vini dolci Sauternes ma vengono prodotti anche vini bianchi e rossi ed è l'unica zona di Bordeaux nella quale si trovano tutte le tipologie di vini. Anche il Medoc è a sua volta suddiviso in Haut Medoc (la parte sud) e Bas Medoc (la parte più settentrionale della zona) In questo caso le indicazioni “Bas” ed “Haut” hanno una connotazione qualitativa e non geografica. L'Haut Medoc è la zona nella quale si trovano le denominazioni quali Margaux, St-Julien, Pauillac, St-Estephe e Listrac. Il segreto di questo territorio, oltre al clima, risiede nella particolare conformazione del terreno costituito da numerosi strati sedimentari che alternano sabbia, argilla e ghiaia, obbligando la vite a spingersi con le radici in profondità alla ricerca dell'acqua perfettamente drenata verso il sottosuolo.
La riva destra ha una connotazione un po' più “anarchica”, terreni ghiaiosi o gesso-argillosi e con classificazioni meno rigide o totalmente assenti. La zona di Saint-Emilion ha una organizzazione che prevede all'apice i 17 Premier Grand Crus Classé e che viene periodicamente rivisitata mentre le zone di Pomerol e Cotes de Castillon non hanno alcun tipo di classificazione.
Inquadrato il territorio partiamo con la degustazione:
CLOS DE JACOBINS 2007 Saint Emilion Grand Cru
Saint Emilion si appoggia su un altopiano calcareo con un clima molto meno oceanico della zona del Medoc e per questo motivo più adatto alla coltivazione del Merlot che ha sempre una presenza predominante nei vini di questa zona. Altra peculiarità è il maggior utilizzo del Cabernet Franc rispetto al Cabernet Sauvignon.
Clos de Jacobins si avvale delle mano dello stesso tecnico di Chateau Angelus, produttore simbolo di Saint Emilion. Il bicchiere rivela un vino dal colore rubino ma con riflessi ancora violacei. Un naso austero e restio ad aprirsi. Si individuano sentori di frutta, cacao e spezie ma anche cuoio e poi liquirizia. Il tannino è preciso, tagliente ma comunque elegante. Il taglio prevede l'utilizzo dell'80% di Merlot, 18% di Cabernet Franc e 2% di Cabernet Sauvignon. La decisa nota sapida e minerale denuncia una sicura attitudine all'invecchiamento.
COS D'ESTOURNEL 2007 Saint Estephe Deuxieme Grand Cru Classé
Saint Estephe è il comune più a nord di quelli che costituiscono il cuore dell'Haut Medoc. E' la patria del Cabernet Sauvignon e, tra i vini del Bordeaux, è la zona che fornisce prodotti più cupi, misteriosi, con più massa e che necessitano di più tempo per maturare.
Cos d'Estournel ha avuto grande successo commerciale nelle Indie Inglesi e, per migliorare ulteriormente la propria penetrazione in quel mercato, ha utilizzato lo stratagemma commerciale di addobbare la struttura architettonica con pagode e statue di elefanti.
Rispetto al campione precedente il naso è ancora più chiuso ma più penetrante. Il tannino è molto più aggressivo e maggiore è anche l'acidità e la sapidità. Le note vegetali sono molto più marcate mentre quasi assenti quelle terziarie. La composizione è del 85% di Cabernet Sauvignon, 12% di Merlot e 3% di Cabernet Franc. Al riassaggio dopo una maggiore ossigenazione si sviluppano note mentolate e netti sentori balsamici.
CHATEAU PICHON LONGUEVILLE COMTESSE DE LALANDE 2007 Pauillac Deuxieme Grand Cru Classé
Pauillac, in termini di qualità, è sicuramente il comune migliore del Bordeaux in quanto sede di ben tre dei cinque Premiers Grand Crus Classé. Ciò che stupisce è però l'estrema eterogeneità dei vini di questa zona. L'area è pertanto molto complicata e deve essere attentamente studiata e capita. Pur semplificando eccessivamente, si passa dall'assoluta perfezione di Chateau Lafite alla straordinaria mineralità di Chateau Latour passando dall'esuberanza quasi californiana di Mouton-Rothschild. Sono comunque vini tendenzialmente austeri, molto complessi e che terzializzano molto presto, pur mantenendo una capacità di invecchiamento quasi impareggiabile.
Il vino in degustazione rappresenta la versione più “femminile” di questa zona e non solo perché la proprietà di questa cantina è quasi sempre stata di nobildonne, prima di passare definitivamente in mano al gruppo Roederer. Il Cabernet Sauvignon partecipa per un 58% unito al 36% di Merlot, al 4% di Petit Verdot ed al 2% di Cabernet Franc. Il vino è molto largo in bocca, ma ritroso, si notano numerose sfaccettature, pur se ancora in fase embrionale con un tannino elegante ed una nota in bocca estremamente carezzevole.
CHATEAU BELGRAVE 2007 Haut-Medoc Cinquiemes Grand Cru Classé
Questa cantina sorge al confine con la zona di Saint Julien, le viti affondano le radici in uno spesso strato di ciottoli disposto su un sottofondo argilloso e si affida attualmente alla guida di uno degli enologi di punta del momento a livello mondiale: Michel Rolland. Il Cabernet Sauvignon è la parte predominante del taglio con una percentuale del 60%, completano la composizione il 37% di Merlot e il 3% di Petit Verdot. L'assaggio rivela il vino sicuramente più immediato tra quelli degustati fino a questo momento. Una piacevolissima nota fruttata di more e ciliege, una astringenza contenuta che dona eleganza con ottimo equilibrio grazie alla componente fresca e minerale. Un prodotto sicuramente di altissima qualità ma che difetta forse di personalità; anche al riassaggio, dopo lunga ossigenazione, rimane esattamente uguale a se stesso.
CHATEAU PALMER 2007 Margaux Troiseme Grand Cru Classé
La zona di Margaux è quella dotata di più fragranza e raffinatezza nel Medoc, caratteristiche donate dal terreno più magro, ricco di ciottoli che assicurano un perfetto drenaggio al terreno. La difficoltà commerciale risiede nel fatto che in questa denominazione si raggiungono punte di assoluta eccellenza nei grandi nomi mentre la massa dei vini non è altrettanto significativa.
Oltre all'assoluto valore del Premier Grand Cru Classé Chateau Margaux un altro produttore che stabilmente si colloca nell'eccellenza assoluta e Chateau Palmer, nonostante la classificazione sembrerebbe penalizzarlo. Forse non a caso i terreni dei due Chateaux sono contigui. Il vino di questa cantina, che prende il nome dal fondatore, l'ufficiale inglese Charles Palmer, è caratterizzato dalla frequente maggioranza di Merlot nella composizione del vino. Nel 2007 le percentuali sono del 49% di Merlot, 44% di Cabernet Sauvignon e 7% si Petit Verdot. Naso e bocca concordi nell'eccellente nitidezza e complessità di sentori. Tannini ben presenti ma elegantissimi, la frutta dona facilità di beva mentre la liquirizia ed il cacao lasciano presagire future e straordinarie evoluzioni grazie alla eccezionale sapidità e vibrante vena minerale. Stupisce il finale vellutato con un lunghissimo e piacevolissimo retrogusto tostato.
CHATEAU HAUT -BRION 2007 Pressac-Leognan Premier Grand Cru Classé
La zona ha un solo particolarmente arido e ricco di sabbia, caratteristiche da sempre molto amate dalla vite e che permetto alla pianta produzioni di altissimo livello qualitativo.
Come abbiamo visto in precedenza a questa cantina si deve in qualche modo la nascita del Bordeaux e quando nel 1855 fu stilata la classificazione dei vini del Medoc, lo Chateau Haut-Brion era indiscutibilmente IL MITO. L'annata 2007 è composta per il 43% dal Merlot, 44% di Cabernet Sauvignon e 13% di Cabernet Franc; quando le annate sono particolarmente buone, aumenta ulteriormente la quota di Cabernet Sauvignon in quanto è un uva che riesce a donare maggiore complessità e superiore potenziale di invecchiamento. Il Merlot è un vitigno che fornisce sempre dei buoni sentori fruttati ma difficile da trattare perchè se l'estrazione è leggera non si ottengono tannini adeguati, se viceversa l'estrazione viene prolungata eccessivamente, cede note amare molto sgraziate. La stoffa di questo vino è quella di un assoluto fuoriclasse: armonia, potenza, lunghezza e straordinario spettro olfattivo e gustativo. Frutta fresca e disidratata, caffè, cacao, tabacco dolce e rabarbaro. Tannino graffiante ma al contempo equilibrato, sapidità e mineralità a garanzia di straordinarie capacità di affinamento.
CHATEAU PICHON LONGUEVILLE COMTESSE DE LALANDE 1995 Pauillac Deuxieme Grand Cru Classé
Dopo la degustazione “orizzontale” dell'annata 2007, indispensabile per meglio comprendere le differenze dei territori senza la variabilità del clima, facciamo un salto indietro di 12 anni per verificare le capacità evolutive di questi vini. Stupisce la straordinaria freschezza di questo vino che si può senza dubbio definire ancora giovane. La morbidezza è immutata ma la frutta fresca si trasforma in una marasca prepotente sostenuta da una straordinaria vena minerale e balsamica. Il colore è ancora un rosso rubino che non mostra segni di cedimento, un vino che avrà ancora molto da dire in futuro.
CHATEAU LAGRANGE 1988 Saint Julien Troisieme Grand Cru Classé
Saint Julien è uno dei comuni del Medoc con la minor produzione, tuttavia è la zona con il maggior numero di Crus Classé di qualsiasi altro comune del Bordolese, questo a testimoniare la straordinaria vocazione vitivinicola di questo territorio, grazie alla vigne ottimamente esposte lungo la valle della Gironda.
L'assaggio mostra una trama molto fitta, quasi densa; il primo impatto svela note di cuoio, funghi castagne e muschio cui si susseguono sentori balsamici che schiudono la strada alle fragranze fruttate di mora e frutta rossa. Il finale si richiude sulle spezie, tabacco e caffè. Questa volta il Cabernet Sauvignon detta legge con una percentuale del 65%, 28% il contributo del Merlot e 7% il Petit Verdot. Il colore è cupo, quasi impenetrabile, la mineralità intatta e la sapidità sempre presente testimoniano un vino nel pieno delle propria maturità con ancora spazio per future e migliori evoluzioni.
Il nostro viaggio nel Bordeaux volge al termine, la serata è stata straordinaria, abbiamo degustato otto Bordeaux di valore con invecchiamento fino a 25 anni! La nostra guida turistica, Fabio Balan, si è particolarmente distinto, oltre che per l'ovvia competenza, per simpatia e disponibilità. Grazie alla sua capacità di sintetizzare con precise pennellate le caratteristiche peculiari dei vari territori e grazie alla selezione di bottiglie estremamente esemplificative, è riuscito a trasmettere la valenza di una denominazione molto complessa e diversificata. Se il Bordeaux è diventato un mito planetario non è avvenuto per caso. Questo territorio, nelle sue espressioni migliori, è in grado di fornire vini che hanno una capacità di invecchiamento forse senza eguali al mondo. La sinergia tra la potenza del Cabernet Sauvignon, il fruttato del Merlot, l'eleganza del Cabernet Franc e la speziatura del Petit Verdot ha raggiunto in questo angolo di Francia dei risultati che sono stati oggetto di imitazione in ogni regione vitivinicola del pianeta, il più delle volte con risultati assolutamente non paragonabili in quanto equilibrio tra potenza, eleganza, finezza, personalità e longevità.
Un altro messaggio che è passato molto chiaro è come il Bordeaux sia una zona geografica più che enologica in quanto la produzione è estremamente eterogenea; le percentuali dei vitigni variano enormemente sia al variare della zone, sia, all’interno della stessa zone al variare del produttore sia, da ultimo, per lo stesso produttore al variare dell’annata. Le stesse note varietali dei vitigni si modificano in funzione dei diversi terreni sui quali vengono allevati. Probabilmente il denominatore comune, sui prodotti di punta, è la notevole attitudine all’invacchiamento.
Bere Bordeaux è un impegno economico non indifferente, i costi di queste bottiglie, capaci di sfidare senza timore i decenni sono molto impegnativi e da Fabio Balan ci sono state fornite anche alcune “dritte” per selezionare prodotti con un buon equilibrio tra qualità e prezzo. Sicuramente sono vini che richiedono da parte nostra la pazienza di attendere che sviluppino appieno il loro potenziale; i grandi Chateaux sulla lunga distanza diventano semplicemente immensi. Nonostante le normali ed ovvie vicissitudini societarie dei vari produttori, ancora oggi, con poche eccezioni, la classificazione del 1855 si dimostra assolutamente attendibile, soprattutto quando i vini affrontano lunghi anni di affinamento prima di essere degustati. Ciò significa semplicemente come l'impronta indelebile del terroir riesca a marchiare il vino anche a prescindere dalla mano dell'uomo che si avvicenda a produrlo.
Forse questa è stata la lezione più importante.
Antonio Lagravinese
lunedì 7 ottobre 2013
lunedì 23 settembre 2013
L’italiano che ha insegnato a fare la birra ai tedeschi: Birrificio del Ducato pluripremiato all'European Beer Star di Monaco di Baviera 2013
domenica 15 settembre 2013
Viticoltori alle prese con la vendemmia. Si conferma un'ottima annata - intervista a Lucio Salamini titolare dell'azienda Luretta
martedì 10 settembre 2013
ScaloDegustando - Cinzia Berticelli intervistata da Stefano Mauri 10.09.2013
Tre Bicchieri 2014 - Guido Berlucchi premiato con il Franciacorta Brut Extrême Palazzo Lana Ris. ’06
domenica 1 settembre 2013
I Love Ostrica al Chiavedibacco... l'Esclusivo Aperitivo Luxury Fish della Piazzetta del Pesce di Milano
Per saperne di più vai al link del Chiavedibacco
http://www.chiavedibacco.it/index.php/novita/162-i-love-ostrica-evento-esclusivo
Per vedere i setting di I love Ostrica vai a questo link di I Love Ostrica (La Piazzetta del Pesce di Milano)
www.iloveostrica.it
mercoledì 21 agosto 2013
BERLUCCHI, AL VIA LA VENDEMMIA
DA DOMANI SAREMO IN VENDEMMIA!
Berlucchi, al via la vendemmia in Franciacorta
Da domani la raccolta nei 600 ettari aziendali, coinvolti quasi mille addetti – Un premio internazionale e la conversione al biologico
Inizierà domattina la vendemmia alla Guido Berlucchi: il primo a cadere nelle cassette dei raccoglitori sarà il Pinot Nero del vigneto Brolo a Borgonato, base della pluripremiata Riserva Palazzo Lana Extrême.
«Sarà una vendemmia old style», dice l’agronomo Diego Cortinovis, «la data d’inizio cade infatti in netto ritardo rispetto alla media dell’ultimo decennio». Per quanto riguarda l’andamento climatico, continua Cortinovis, «abbiamo registrato forte piovosità e alcune grandinate in primavera; queste ultime hanno abbassato quantità ma non qualità del grappoli, la maturazione era infatti troppo precoce perché recassero danni reali. La seconda parte della stagione è stata invece positiva sul fronte qualitativo, con giornate fresche e soleggiate: confidiamo in un ottimo epilogo del periodo, alte temperature diurne e notti fresche».
La vendemmia riguarderà 600 ettari di vigneto in Franciacorta, 85 di proprietà e i restanti appartenenti a conferitori selezionati, e coinvolgerà circa mille addetti, di cui ben 750 raccoglitori specializzati. La Berlucchi supporta i suoi conferitori fornendo loro il “kit vendemmia”: bancali e cassette in plastica sanificabili, che preservano la qualità delle uve, impedendone lo schiacciamento.
Per quanto riguarda le aspettative sull’annata, «con maturazioni così eterogenee è prematuro fare previsioni, attendiamo l’assaggio dei mosti in cantina», spiega l’enologo Ferdinando Dell’Aquila. «Possiamo intanto confermare che la quantità vendemmiata sarà ai livelli del 2012, quindi del 10% inferiore rispetto alla media dell’ultimo decennio». È convalidato anche il ricorso a prodotti vegetali “allergen free” durante le lavorazioni in cantina e la continuazione del progetto Mille1Vigna, la carta d’identità storica dei circa mille vigneti aziendali.
Arturo Ziliani, consigliere delegato e responsabile della produzione, conclude con due novità: «Berlucchi ’61 Rosé è stato premiato al Japan Wine Challenge, la più importante competizione enologica del Sol Levante, quale migliore vino italiano, a conferma di un percorso qualitativo parallelo al rientro totale in Franciacorta. Inoltre, la gestione sostenibile dei nostri vigneti (il progetto Berlucchi Green, ndr) si è evoluta con la richiesta ufficiale di conversione biologica. Da quest’anno inizia quindi una fase di ricerca che ci consentirà di valutare se la via del biologico è realmente preferibile dal punto di vista dell’ambiente, del prodotto finale e della sicurezza sui luoghi di lavoro, rispetto alla viticoltura sostenibile finora adottata».
lunedì 8 luglio 2013
Giro d'Italia Femminile 2013 & Astoria 9.5 Pink - Cremona - 07.07.2013
lunedì 1 luglio 2013
domenica 30 giugno 2013
Vineria Fuoriporta - Bertonico - LO - Degustazione ''Vino Libero''
I vini in degustazione erano:
- Rosa d’alta Murgia - Masseria San Magno (Puglia)
- Sauvignon Colli Orientali - Le Vigne di Zamò (Friuli)
... in abbinamento a delizie gastronomiche preparate da Delfina Piana, Michele Scorsetti e Luca Bandirali
Link Utili:
sabato 15 giugno 2013
FONTANAFREDDA compie 155 anni - Si festeggia in tutta Italia - 5 locali sono in provincia di Cremona - Giugno 2013
- Elenco locali italiani che hanno fatto un regalo a FONTANAFREDDAatto un regalo a FONTANAFREDDA
giovedì 13 giugno 2013
Nuove Cocktail List by Distilleria Branca - Agente per Cremona e provincia Dennis Barbieri
Ecco la nuovissima Cocktail List creata dalla Distilleria Branca...
Ecco la lista:
- Antica Formula Cocktail List 2013
- Carpano Bianco Cocktail 2013
- Carpano Classico Cocktail 2013
- PuntMes Cocktail List 2013
- Vodka Sernova Cocktail List 2013
- Sambuca Borghetti Cocktail List 2013
- Brancamenta Cocktail List 2013
- Fernet Branca Cocktail List 2013
- Caffè Borghetti Cocktail List 2013
lunedì 10 giugno 2013
V.O.G. - 45 vini per meglio comprendere la Francia II° modulo: Jura e Savoia – Alsazia - di Andrea Varischi
I vini della serata.
|
I terreni di Ganevat ammontano a 8,5 ettari; sono coltivati in regime biodinamico e hanno recentemente guadagnato la certificazione Demeter. Jean-François produce fino a 40 diverse cuvée in un anno e sa essere molto meticoloso in vigna e in cantina. Quindi, cosa aspettarsi dai bianchi da uve Savagnin di Ganevat? Elevazione in barrique, grande intensità, presenza al palato, acidità minerale. L’apripista della degustazione si presenta in una veste dorata splendida con riflessi verdolini e lucentezza propria. All’olfatto inizialmente appare imballato; questa tipologia di vino trae grande beneficio dalla decantazione. Dopo un’accurata ossigenazione emergono ricchi aromi fruttati, sentori dolci ma anche freschi ed eleganti, con un’idea raffinata di ossidazione. Grandissima personalità in fase gustativa, con bevibilità in evidenza grazie alle parti dure che sostengono un equilibrio ancora in definizione per via dell’età ancora giovane del campione, che in prospettiva regalerà emozioni a non finire.
2009 è una vendemmia ottima per la zona. Il secondo campione si presenta con una colorazione che denota la tipologia di lavorazione a cui è sottoposto il vino, con una veste opalina. All’olfatto si presenta altalenante tra suggestioni fruttate e minerali con accenni foxy e sentori meno eleganti.
All’assaggio si assesta su buoni livelli evidenziando una verve acido sapida che si esprime attraverso una bellissima beva.
domenica 26 maggio 2013
VOG (VISTA OLFATTO GUSTO): 45 vini per meglio comprendere la Francia - II° modulo: Borgoggna (Chablis - Cote de Beaune - Maconnais) - di Andrea Varischi
La regione Chablis è la zona vinicola più settentrionale della regione della Borgogna. Le vigne intorno alla città di Chablis sono quasi tutte di Chardonnay e regalano un vino bianco secco rinomato per la purezza del suo aroma e del suo gusto. Il clima fresco di questa regione produce vini con più acidità e sapori meno fruttati, ricordando spesso in degustazione una nota di "pietra focaia" descritta come "goût de pierre à fusil". Rispetto ai vini bianchi del resto della Borgogna, lo Chablis è in media molto meno influenzato dal legno. La scelta della maturazione in legno è una cifra stilistica che varia ampiamente tra i produttori di Chablis. Per quanto concerne la classificazione, sono presenti otto “Grands Crus di Chablis”: Bougros, Les Preuses, Vaudèsir, Grenouilles, Valmur, Les Clos, Blanchot e La Moutonne. Si contano poi diciassette Premiers Cru e le denominazioni Chablis e Petit Chablis.
Côte de Beaune.
Nella Côte de Beaune si producono sia vini bianchi, da uve Chardonnay, sia vini rossi, da uve Pinot Nero. L'area è comunque celebre per i suoi vini bianchi ed è dalla Côte de Beaune che provengono i migliori Chardonnay della Borgogna. Si trovano infatti in quest'area i celebri Grand Cru di Montrachet, Bâtard-Montrachet, Bienvenue-Bâtard-Montrachet, Chevalier-Montrachet, Corton-Charlemagne e Criots-Bâtard-Montrachet. Anche i vini rossi della Côte de Beaune sono di elevata qualità, in particolare quelli di Corton, tuttavia considerati meno pregiati di quelli della Côte de Nuits. I bianchi della Côte de Beaune sono caratterizzati da una sorprendente ricchezza organolettica e da grande struttura, con aromi che spesso ricordano miele, nocciola, vaniglia e talvolta tartufo.
Mâconnais.
Scendendo ancora più a sud nella regione della Borgogna, si trova la vasta zona del Mâconnais. L'area è principalmente orientata alla produzione di vini bianchi, spesso di qualità media e di largo consumo e non sono presenti né Premier Cru né Grand Cru. I migliori vini del Mâconnais, che in termini di qualità si differenziano dal resto della produzione, sono Mâcon, Pouilly-Fuissé e Saint-Véran, tutti bianchi e tutti prodotti con Chardonnay. Una curiosità del Mâconnais è rappresentata dal piccolo villaggio chiamato Chardonnay, esattamente come la celebre uva bianca, di cui non è certo se sia il luogo di origine di quest'uva, e pertanto l'uva è stata chiamata con il nome del villaggio, oppure il villaggio è stato così chiamato proprio in onore della principale uva bianca di Borgogna.
I vini della serata.
1° vino in degustazione: AOC Chablis Premier Cru – Fourchaume – Bernard Dampat 2010 – tit. alc. vol. 13% (costo indicativo in enoteca 35.00 €).
Bernard Dampt proveniva da una famiglia di coltivatori e nel 1980 ha investito i suoi risparmi nell'acquisto di una proprietà per i suoi tre figli, Eric, Emmanuel e Hervé. Attualmente possiedono 60 ettari. Hugh Johnson sostiene che: "Un Premier Cru Chablis fatto da un buon coltivatore rappresenta la miglior espressione per un bianco di Borgogna". A conferma di quanto citato, il vigneto Fourchaume è situato accanto alla Grand Cru Les Preuses ed è uno dei migliori Premiers Crus. Qui si produce un classico e coerente Chablis, che si presenta molto bene all’aspetto; nelle sue note di gioventù si esprime con durezze in evidenza ma anche tenore alcolico, con toni minerali in fase olfattiva, fieno, agrumi e riverberi metallici. Discreto equilibrio, buone le peculiarità e le qualità gustative.
Punteggio in batteria: 81.
2° vino in degustazione: AOC Pouilly Fuisse – C. C. - Guffens Heynen 2008- tit. alc. vol. 13% (costo indicativo in enoteca 80.00 €).
La piccola realtà di Guffens-Heynen è conosciuta in tutto il mondo per la sua splendida produzione che nasce nei vigneti di Macon piantati a Chardonnay. La proprietà annovera poco più di un ettaro di Pouilly-Fuissé, diviso in parecchi appezzamenti, tra cui La Cote Carmentrans. Dalla vendemmmia 2008 la decisione di assemblare l’annata con il nome di "C.C.". Il segreto di questo vino è quello di utilizzare solo uve perfettamente sane e mature: selezione accurata in vigna, ulteriore smistamento in cantina, pressatura soffice e fermentazione in barriques (15% nuove), poi permanenza di otto mesi sui lieviti. Questo Pouilly-Fuissé è vestito d'oro. Il naso ha profumi floreali, note di agrumi e frutti esotici. In bocca mostra ottima forza e buone qualità gustative, con volume e sentori di spezie dolci che si fondono con il frutto.
Punteggio in batteria: 87.
3° vino in degustazione: AOC St. Aubin – En Vosnau – Derain 2010 – tit. alc. vol. 12% (costo indicativo in enoteca 60.00 €).
Pommard è un paese al confine tra la Cote de Nuits e la Cote de Beaune, diviso tra la produzione di rossi da Pinot Nero e bianchi da Chardonnay. Dominique Derain è un viticoltore appassionato che
nel 1988 si imbarca in un'avventura con Catherine, che conosce molto bene il lavoro in vigna, acquistando terreni vitati a Saint Aubin. La cantina si trova nel cuore del villaggio, nella vecchia canonica.
Dalla prima vendemmia nel 1989, Dominique Derain conduce la vigna con gestione biodinamica. Per produrre En Vosnau, Derain raccoglie lo Chardonnay per una pressatura soffice e avvia la fermentazione in barrique dove la massa permane anche per l’affinamento. Ottiene così maggiore acidità e stabilità nel vino. Il vino in degustazione ci regala un bel colore, risultando discreto al naso e nella fase gustativa; si tratta comunque di un buon prodotto dalla beva accattivante e dal buon equilibrio, peccando in profondità. Punteggio in batteria: 81
4° vino in degustazione: AOC Puligny Montrachet – Domaine Marc Morey et Fils 2006 – tit. alc. vol. 13,5 % (costo indicativo in enoteca 100.00 €)
5° vino in degustazione: AOC Chassagne Montrachet Premier Cru – Les Chenevottes - Domaine Marc Morey et Fils 2006 – tit. alc. vol. 13,5 % (costo indicativo in enoteca 120.00 €)
Domaine Marc Morey si trova nel cuore della Côte d'Or, nel centro del villaggio di Chassagne-Montrachet. Anche se il nome di famiglia Morey può essere fatta risalire a più di cinque generazioni in Chassagne, fu nel 1950 che Marc Morey si stabili in questo domaine. Ha costruito la cantina originale sotto la centenaria casa di famiglia, un ex ristorante posteria e ha iniziato a vinificare i suoi vini. Nel 1977 subentrano sua figlia Marie-Joseph e suo figlio Bernard Mollare. Quest’ultimo oggi conduce il domaine in compagnia della figlia Sabine. La proprietà si estende oggi su 25 ettari coltivati ad Aligotè,Chardonnay e Pinot nero.
Rigore e rispetto per la terra sono i tratti distintivi di questi produttori. Le viti vengono potate a singola Guyot e cordone speronato, i filari sono inerbati e si attua un attenta politica di potature. Il terreno viene lavorato nel corso dell’intero anno. Per un lungo periodo, l'area è entrata in un processo di controllo razionale, nel quale i trattamenti in vigna sono stati effettuati solo quando si è reso assolutamente necessario. Il rispetto per l'ambiente è un elemento importante , tenuto in alta considerazione. Lo stile delle vinificazioni si adatta ad ogni vendemmia; di norma l’affinamento sulle fecce si protrae 10 mesi per i bianchi e 15 mesi per i vini rossi, con l’impiego del 25-30% di barriques nuove di rovere per una migliore espressione del terroir. Filtrazioni leggere a seconda delle caratteristiche del vino. I prodotti del domaine giocano su note di finezza, freschezza e mineralità più che sull’opulenza.
Il 4° campione si presenta alla vista con un’impressione molto buona, figlio di una produzione di 60.000 bottiglie da viti di 30-60 anni d’età. Si evidenzia qualche problema in fase di apertura olfattiva, che si riconferma in fase di analisi gustativa , penalizzando bevibilità ed equilibrio e peccando in peculiarità.
Punteggio in batteria: 78.
Il 5°campione si presenta anch’esso alla vista con un’impressione molto buona. A differenza del precedente, si apre all’olfatto con note varietali e di elevazione, confermando in fase gustativa tutta la sua qualità , evidenziando doti da fuori classe per bevibilità ed equilibrio e brillando in peculiarità.
Punteggio in batteria: 91.
domenica 5 maggio 2013
La corsa rosa brinda ancora una volta con Astoria (by http://www.tuttobiciweb.it/)
La corsa rosa brinda ancora una volta con Astoria |
Caffè Gambrinus - Piazza del Plebiscito - Napoli |
Per leggere l'articolo cliccare qui sotto:
La corsa rosa brinda ancora una volta con Astoria (by http://www.tuttobiciweb.it)
mercoledì 1 maggio 2013
Vino Libero disponibile ora anche all'Enoteca Fuoriporta di Crema - CR - e alla Vineria Fuoriporta di Bertonico - LO - del titolare Luca Bandirali
VOG (Vista Olfatto Gusto) - 45 vini per meglio comprendere la Francia – II° modulo: Borgogna (Cote de Nuits) - Prima lezione - 11 Aprile 2013 - di Andrea Varischi
La sua superficie vitata è attualmente di circa 50.000 ettari, cui hanno origine 2.500.000 di ettolitri di vino, suddivisi in 3/4 di rossi e 1/4 di bianchi. I vitigni impiegati sono solo quattro: Chardonnay (a bacca bianca), Pinot Noir (a bacca nera. Antico vitigno, considerato "nobile"), Aligoté (a bacca bianca) e Gamay (a bacca nera).
- Appellation Régionale: Bourgogne (Blanc, Rosé e Rouge).
Resa massima in vino per ha: 60 hl per i bianchi e 55 hl per i rossi e rosati. La gradazione alcolica minima: 10,5% i bianchi e 10% per i rossi e i rosati.
- Appellation sous-Régionale (indicano delle zone all'interno della regione): Bourgogne Irancy, Bourgogne Cote Chalonnaise, Bourgogne Hautes Cotes de Nuits, etc. La resa massima in vino per ha, varia da 55 a 60 hl. La gradazione alcolica minima: da 9 a 9,5% per rossi, rosati e bianchi.
- Appellation Communale (riferita a specifici territori comunali) : Fixin, Vougeot, Nuits-Saint-Georges, Meursault, etc. Resa massima in vino per ha: 40 hl per i rossi e 45 hl per i bianchi. La gradazione alcolica minima: 10,5% per i rossi e 11% per i bianchi.
- Appellation Premier Cru (il nome del comune accompagnato dal nome del vigneto), esempio: Fixin La Perrière, Chambolle-Musigny Les Combottes, etc. Resa massima in vino per ha: uguale alla precedente. La gradazione alcolica minima: 11% per i rossi e 11,5% per i bianchi.
- Appellation Grand Cru (solo il nome del vigneto). Sono tra i più grandi vini del mondo: Chambertin, Romanée-Conti, Montrachet, etc. Resa massima in vino per ha: da 35 a 37 hl per i rossi, 40 hl per i vini bianchi. La gradazione alcolica minima: 11,5% per i rossi, da 11,5% a 12% per i bianchi.
I vini della serata:
1° vino in degustazione: Pommard - Les Petits Noizons – Derain 2008 (costo indicativo in enoteca 70.00 €).
Pommard è un paese spesso assimilato ad un 1er Cru. Qui troviamo viti con età media di 70 anni che crescono su uno strato di terra rossa con substrato ferroso e poi calcare. Dominique Derain afferma che con la gestione biodinamica della vigna, evitando l’uso di fertilizzanti a base di potassio, ottiene maggiore acidità e stabilità nel vino. Le rese qui sono circa 28 quintali per ettaro. Imbottigliato a Pasqua, il vino regala un bel colore, più discreto al naso e nella fase gustativa; si tratta comunque di un buon prodotto dalla beva accattivante. Punteggio in batteria: 80.
2° vino in degustazione: Chambolle Musigny – Heresztyn 2005 (costo indicativo in enoteca 70.00 €)
Il vino proviene da quattro vigneti collocati tra i 250 e 300 metri di altitudine. Numerose fessure nel calcare permettono alle radici delle viti di nutrirsi in profondità nel sottosuolo. Lastre di pietra e ghiaia consentono un buon drenaggio. Le uve vengono raccolte nel pieno della maturità, estrazione vien poi condotta in modo da conservare la finezza della denominazione. E’ un vino in grado di gestire l’elevazione in rovere di Allier nuovo. Questa denominazione si presenta sulla carta come la più femminile delle Côte de Nuits. Il colore si esibisce in un rosso splendido. Degno rappresentante della sua denominazione, al naso richiama piccoli frutti rossi, cede però in fase gustativa, peccando in ambiti quali equilibrio e bevibilità. Punteggio in batteria: 78.
3° vino in degustazione: Nuits Saint Georges - Premier Cru Les Vignes Rondes – Domaine Confuron Cotetidot 2006 (costo indicativo in enoteca 100.00 €)Il terzo campione proviene da terreni marroni, poveri, un po 'sassosi, che regalano vini pregiati ed eleganti.
Jean-Pierre Yves Confuron-Cotetidot lavora i grappoli interi, senza diraspatura, e procede poi con macerazione per periodi lunghi. Si presenta ottimamente nell’aspetto visivo, nell’analisi olfattiva troviamo in questo Premier Cru Nuits-Saint-Georges intense e raffinate sensazioni di piccola frutta scura e spezie; alla fase gustativa tannini raffinati e una struttura dotata di grande bevibilità e personalità, con uno stadio di elevazione pressoché ottimale. Punteggio in batteria: 90.
4° vino in degustazione: Gevrey Chambertin – Cuvee Vieilles Vignes – Dugat Py 2009 (costo indicativo in enoteca 100.00 €)
Bernard Dugat e suo figlio, Lioc, sono viticoltori di 12^ e 13^ generazione, con radici familiari presso Gevrey-Chambertin. La tenuta è diventato ufficialmente Dugat-Py , quando è stato aggiungento il nome da nubile della moglie di Bernard, Jocelyne Py. Recentemente, il Domaine è passato a regime di agricoltura biologica. Il campione in degustazione è una cuvée con uve provenienti da tre diversi vigneti, con viti attorno ai 50 anni di età. Le uve sono raccolte, pigiate e fermentate insieme. Successivamente il vino viene affinato in barriques nuove per 18 mesi prima di essere imbottigliato. La produzione di questo vino è ridottissima. L’aspetto si presenta molto buono ed il naso si schiude richiamando ribes nero, cuoio e terra. Alla fase gustativa presenta aspetti molto buoni leggermente penalizzati da un equilibrio non ancora in asse a causa della gioventù. Punteggio in batteria: 87.
5° vino in degustazione: Echezeaux Grand Cru – Domaine Confuron Cotetidot 2009 (costo indicativo in enoteca 200.00 €)
Vino da vigne di 0,45 ettari a Les Treux dove Clos de Vougeot incontra Grands Echézeaux. Il sempre schietto e diretto Yves Confuron dichiara per l’annata 2009: "un’annata che è stato necessario raccogliere in ritardo per ottenere un’ottimale maturazione fenolica. Si impiegano grappoli interi nelle nostre vinificazioni, quindi abbiamo necessariamente bisogno di livelli elevati di maturazione. Abbiamo scelto il periodo dal 20 al 30 settembre e portato in cantina uva che prometteva alcooli potenziali tra il 12,7-14%. La massa ha effettuato un lungo periodo di macerazione. Nel complesso, il 2009 ha prodotto ottimi vini, anche se resta da vedere se saranno veramente grandi. Il tempo è davvero l'unica prova".
Vino monumentale che elude i criteri di degustazione e si colloca per espressione, piacevolezza e potenziale evolutivo al vertice della serata. Punteggio in batteria 96
(di Andrea Varischi)
ULTIMI POSTI DISPONIBILI PERCORSO DEGUSTATIVO
Quando i sensi hanno il gusto giusto.
Tre appuntamenti per comprendere con facilità ed immediatezza le caratteristiche proprie e distintive di un vino, con metodo VOG. Tutti i vini verranno serviti coperti e rivelati solo al termine della lezione.
9 maggio
Brut-Millesimato-Pas dosè -Blanc des blancs- Rosè
16 maggio
Bianco giovane-Bianco aromatico-Bianco invecchiato-Bianco passito-Bianco liquoroso
23 maggio
Rosso giovane-Rosso invecchiato-Rosso da invecchiamento-Rosso da uve parzialmente appassiteRosso Liquoroso
Orario lezioni: 21.00>23.00
Posti disponibili: 15
Costo : €160,00 + quota associativa VOG € 50,00
Comprende il materiale didattico ed i vini.
Al termine verrà rilasciato un attestato di frequenza.
3296765397 per informazioni o iscrizioni: vog@vistaolfattogusto.it
VOG - Un Sorso di Germania... Schloss Johannisberg (Importato in Italia dall'importatore Balan SRL) - 25 Marzo 2013 - Enoteca Fuoriporta di Bandirali Luca - Crema - di Antonio Lagravinese
Pur essendo, quanto a volumi, il quarto produttore europeo ed il settimo a livello mondiale, la Germania non gode di particolare considerazione tra i consumatori italiani, al punto che i vini tedeschi sono quasi introvabili anche sugli scaffali degli operatori più qualificati. A questa situazione concorrono una molteplicità di fattori. Sicuramente una nazione come l'Italia che si considera, a ragione, patria del vino di qualità, vede con una certa superiorità prodotti che giungono da regioni con minor blasone, riservando maggiore attenzione all'altra grande tradizione enoica europea : la Francia. Altro fattore a frenare il consumo di vino tedesco nel nostro paese è quello linguistico: si fa fatica a comprare ciò che non si riesce neppure a pronunciare! Capire il sistema di classificazione dei vini tedeschi è poi un altro scoglio da superare per potersi orientare all'interno di una produzione molto eterogenea per tipologia e qualità. C'è però un altro aspetto tutt'altro che secondario e molto più tecnico: la convinzione che i vini tedeschi siano di qualità tutto sommato modesta e che comunque vi si possano trovare adeguate e più valide alternative all'interno dei nostri confini.