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sabato 26 ottobre 2013

45 VINI PER MEGLIO CONOSCERE LA FRANCIA: BORDEAUX (di Antonio Lagravinese)

Il giorno 7  ottobre si è svolta la prima serata del terzo modulo del corso organizzato da VOG sulla enologia francese dedicata al Bordeaux.
Il Bordeaux rappresenta la nobiltà della Francia, terra dei grandi Chateaux e di quel vino che è forse assurto al ruolo di paradigma dell’eccellenza.
A coadiuvare Luca Bandirali e Delfina Piana è stato chiamato per l‘occorrenza Fabio Balan, co-titolare dell’Azienda Balan, specializzata nella produzione, trasformazione e commercializzazione di vini e grande esperto dell’enologia francese. La degustazione si è avvalsa anche del prezioso supporto di Dennis Barbieri, Agente per Balan sul territorio.


La produzione del vino in Bordeaux risale all'epoca romana ma è solo dall'inizio del 1600 che inizia la vera fortuna, grazie al commercio da parte degli olandesi ed all'aprirsi del mercato inglese che fu il vero artefice del successo del nuovo “claret francese” come veniva soprannominato questo vino. Puntando molto sull'esportazione, questo territorio iniziò a prestare particolare attenzione alla qualità per sganciarsi dall'immagine delle vendite sfuse che fino a quell'epoca rivestivano la totalità del commercio. Il presidente del parlamento di Bordeaux inizia a proporre il vino della sua tenuta come prodotto di marca e ad un prezzo molto più elevato, il suo nome era Arnaud Pontac e la sua tenuta si chiamava Haut Brion. Proprio di Haut Brion è, nel 1663, la prima etichetta ufficiale di una bottiglia di Bordeaux. In occasione dell'Esposizione universale di Parigi nel 1855, la Camera di Commercio di Bordeaux stilò una classifica dei migliori vini della zona del Medoc; tale classifica divideva i vini i cinque gruppi, dai Premiers ai Cinquiemes Crus. Il gruppo dei Premiers Crus comprendeva solo quattro produttori: Haut Brion, Lafite, Latour e Margaux. Tale classifica è rimasta immutata fino ai giorni nostri, fatta eccezione per l'inserimento tra i Premiers Crus di Mouton-Rothschild nel 1973.

Il terreno di Bordeaux si caratterizza per la vicinanza con l'Oceano Atlantico e quindi l'influenza mitigatrice delle Corrente del Golfo, le foreste dell'Aquitania offrono protezione contro i venti marini e l'azione termoregolatrice dei due corsi d'acqua che attraversano la regione cioè la Dordogna e la Garonna.

Schematicamente il Bordeaux può essere diviso in tre macro-aree: la riva a destra della Dordogna con predominanza di uve Merlot, la riva sinistra della Garonna caratterizzata da  uso predominante del Cabernet Sauvignon ed Entre-Deux-Mers compresa tra i due fiumi che è il polmone produttivo del Bordeaux in termini di quantità, molto meno come livello qualitativo medio.

La riva sinistra è a sua volta suddivisa in due aree: il Medoc a nord di Bordeax e le Graves a sud. La zona delle Graves è la  patria dei vini dolci Sauternes ma vengono prodotti anche vini bianchi e rossi ed è l'unica zona di Bordeaux nella quale si trovano tutte le tipologie di vini. Anche il Medoc è a sua volta suddiviso in Haut Medoc (la parte sud) e Bas Medoc (la parte più settentrionale della zona) In questo caso le indicazioni “Bas” ed “Haut” hanno una connotazione qualitativa e non geografica. L'Haut Medoc è la zona nella quale si trovano le denominazioni quali Margaux, St-Julien, Pauillac, St-Estephe e Listrac. Il segreto di questo territorio, oltre al clima, risiede nella particolare conformazione del terreno costituito da numerosi strati sedimentari che alternano sabbia, argilla e ghiaia, obbligando la vite a spingersi con le radici in profondità alla ricerca dell'acqua perfettamente drenata verso il sottosuolo.

La riva destra ha una connotazione un po' più “anarchica”, terreni ghiaiosi o gesso-argillosi e  con classificazioni meno rigide o totalmente assenti. La zona di Saint-Emilion ha una organizzazione che prevede all'apice i 17 Premier Grand Crus Classé e che viene periodicamente rivisitata mentre le zone di Pomerol e Cotes de Castillon non hanno alcun tipo di classificazione.


Inquadrato il territorio partiamo con la degustazione:

CLOS DE JACOBINS 2007 Saint Emilion Grand Cru

Saint Emilion si appoggia su un altopiano calcareo con un clima molto meno oceanico della zona del Medoc e per questo motivo più adatto alla coltivazione del Merlot che ha sempre una presenza predominante nei vini di questa zona. Altra peculiarità è il maggior utilizzo del Cabernet Franc rispetto al Cabernet Sauvignon.

Clos de Jacobins si avvale delle mano dello stesso tecnico di Chateau Angelus, produttore simbolo di Saint Emilion. Il bicchiere rivela un vino dal colore rubino ma con riflessi ancora violacei. Un naso austero e restio ad aprirsi. Si individuano sentori di frutta, cacao e spezie ma anche cuoio e poi liquirizia. Il tannino è preciso, tagliente ma comunque elegante. Il taglio prevede l'utilizzo dell'80% di Merlot, 18% di Cabernet Franc e 2% di Cabernet Sauvignon. La decisa nota sapida e minerale denuncia una sicura attitudine all'invecchiamento.

COS D'ESTOURNEL 2007 Saint Estephe Deuxieme Grand Cru Classé

Saint Estephe è  il comune più a nord di quelli che  costituiscono il cuore dell'Haut Medoc. E' la patria del Cabernet Sauvignon e, tra i vini del Bordeaux, è la zona che fornisce prodotti più cupi, misteriosi, con più massa e che necessitano di più tempo per maturare.

Cos d'Estournel ha avuto grande successo commerciale nelle Indie Inglesi e, per migliorare ulteriormente la propria penetrazione in quel mercato, ha utilizzato lo stratagemma commerciale di addobbare la struttura architettonica con pagode e statue di elefanti.

Rispetto al campione precedente il naso è ancora più chiuso ma più penetrante. Il tannino è molto più aggressivo e maggiore è anche l'acidità e la sapidità. Le note vegetali sono molto più marcate mentre quasi assenti quelle terziarie. La composizione è del 85% di Cabernet Sauvignon, 12% di Merlot e 3% di Cabernet Franc. Al riassaggio dopo una maggiore ossigenazione si sviluppano note mentolate e netti sentori balsamici.

CHATEAU PICHON LONGUEVILLE COMTESSE DE LALANDE 2007 Pauillac Deuxieme Grand Cru Classé

Pauillac, in termini di qualità, è sicuramente il comune migliore del Bordeaux in quanto sede di ben tre dei cinque Premiers Grand Crus Classé. Ciò che stupisce è però l'estrema eterogeneità dei vini di questa zona. L'area è pertanto molto complicata e deve essere attentamente studiata e capita. Pur semplificando eccessivamente, si passa dall'assoluta perfezione di Chateau Lafite alla straordinaria mineralità di Chateau Latour passando dall'esuberanza quasi californiana di Mouton-Rothschild. Sono comunque vini tendenzialmente austeri, molto complessi e che terzializzano molto presto, pur mantenendo una capacità di invecchiamento quasi impareggiabile.

Il vino in degustazione rappresenta la versione più “femminile” di questa zona e non solo perché la proprietà di questa cantina è quasi sempre stata di nobildonne, prima di passare definitivamente in mano al gruppo Roederer. Il Cabernet Sauvignon partecipa per un 58% unito al 36% di Merlot, al 4% di Petit Verdot ed al 2% di Cabernet Franc. Il vino è molto largo in bocca, ma ritroso,  si notano numerose sfaccettature, pur se ancora in fase embrionale con un tannino elegante ed una nota in bocca estremamente carezzevole.

CHATEAU BELGRAVE 2007 Haut-Medoc Cinquiemes Grand Cru Classé

Questa cantina sorge al confine con la zona di Saint Julien, le viti affondano le radici in uno spesso strato di ciottoli disposto su un sottofondo argilloso e si affida attualmente alla guida di uno degli enologi di punta del momento a livello mondiale: Michel Rolland. Il Cabernet Sauvignon è la parte predominante del taglio con una percentuale del 60%, completano la composizione il 37% di Merlot e il 3% di Petit Verdot. L'assaggio rivela il vino sicuramente più immediato tra quelli degustati fino a questo momento. Una piacevolissima nota fruttata di more e ciliege, una astringenza contenuta che dona eleganza con ottimo equilibrio grazie alla componente fresca e minerale. Un prodotto sicuramente di altissima qualità ma che difetta forse di personalità; anche al riassaggio, dopo lunga ossigenazione, rimane esattamente uguale a se stesso.

CHATEAU PALMER 2007 Margaux Troiseme Grand Cru Classé

La zona di Margaux è quella dotata di più fragranza e raffinatezza nel Medoc, caratteristiche donate dal terreno più magro, ricco di ciottoli che assicurano un perfetto drenaggio al terreno. La difficoltà commerciale risiede nel fatto che in questa denominazione si raggiungono punte di assoluta eccellenza nei grandi nomi mentre la massa dei vini non è altrettanto significativa.

Oltre all'assoluto valore del Premier Grand Cru Classé Chateau Margaux un altro produttore che stabilmente si colloca nell'eccellenza assoluta e Chateau Palmer, nonostante la classificazione sembrerebbe penalizzarlo. Forse non a caso i terreni dei due Chateaux sono contigui. Il vino di questa cantina, che prende il nome dal fondatore, l'ufficiale inglese Charles Palmer, è caratterizzato dalla frequente maggioranza di Merlot nella composizione del vino. Nel 2007 le percentuali sono del 49% di Merlot, 44% di Cabernet Sauvignon e 7% si Petit Verdot. Naso e bocca concordi nell'eccellente nitidezza e complessità di sentori. Tannini ben presenti ma elegantissimi, la frutta dona facilità di beva mentre la liquirizia ed il cacao lasciano presagire future e straordinarie evoluzioni grazie alla eccezionale sapidità e vibrante vena minerale. Stupisce il finale vellutato con un  lunghissimo e piacevolissimo retrogusto tostato.

CHATEAU HAUT -BRION 2007 Pressac-Leognan Premier Grand Cru Classé

La zona ha un solo particolarmente arido e ricco di sabbia, caratteristiche da sempre molto amate dalla vite e che permetto alla pianta produzioni di altissimo livello qualitativo.

Come abbiamo visto in precedenza a questa cantina si deve in qualche modo la nascita del Bordeaux e quando nel 1855 fu stilata la classificazione  dei vini del Medoc, lo Chateau Haut-Brion era indiscutibilmente IL MITO. L'annata 2007 è composta per il 43% dal Merlot, 44% di Cabernet Sauvignon e 13% di Cabernet Franc; quando le annate sono particolarmente buone, aumenta ulteriormente la quota di Cabernet Sauvignon in quanto è un uva che riesce a donare maggiore complessità e superiore potenziale di invecchiamento. Il Merlot è un vitigno che fornisce sempre dei buoni sentori fruttati ma difficile da trattare perchè se l'estrazione è leggera non si ottengono tannini adeguati, se viceversa l'estrazione viene prolungata eccessivamente, cede note amare molto sgraziate. La stoffa di questo vino è quella di un assoluto fuoriclasse: armonia, potenza, lunghezza e straordinario spettro olfattivo e gustativo. Frutta fresca e disidratata, caffè, cacao, tabacco dolce e rabarbaro. Tannino graffiante ma al contempo equilibrato, sapidità e mineralità a garanzia di straordinarie capacità di affinamento.

CHATEAU PICHON LONGUEVILLE COMTESSE DE LALANDE 1995 Pauillac Deuxieme Grand Cru Classé

Dopo la degustazione “orizzontale” dell'annata 2007, indispensabile per meglio comprendere le differenze dei territori senza la variabilità del clima, facciamo un salto indietro di 12 anni per verificare le capacità evolutive di questi vini. Stupisce la straordinaria freschezza di questo vino che si può senza dubbio definire ancora giovane. La morbidezza è immutata ma la frutta fresca si trasforma in una marasca prepotente sostenuta da una straordinaria vena minerale e balsamica. Il colore è ancora un rosso rubino che non mostra segni di cedimento, un vino che avrà ancora molto da dire in futuro.

CHATEAU LAGRANGE 1988 Saint Julien Troisieme Grand Cru Classé

Saint Julien è uno dei comuni del Medoc con la minor produzione, tuttavia è la zona con il maggior numero di Crus Classé di qualsiasi altro comune del Bordolese, questo a testimoniare la straordinaria vocazione vitivinicola di questo territorio, grazie alla vigne ottimamente esposte lungo la valle della Gironda.

L'assaggio mostra una trama molto fitta, quasi densa; il primo impatto svela note di cuoio, funghi castagne e muschio cui si susseguono sentori balsamici che schiudono la strada alle fragranze fruttate di mora e frutta rossa. Il finale si richiude sulle spezie, tabacco e caffè. Questa volta il Cabernet Sauvignon detta legge con una percentuale del 65%, 28% il contributo del Merlot e 7% il Petit Verdot. Il colore è cupo, quasi impenetrabile, la mineralità intatta e la sapidità sempre presente testimoniano un vino nel pieno delle propria maturità con ancora spazio per future e migliori evoluzioni.

Il nostro viaggio nel Bordeaux volge al termine, la serata è stata straordinaria, abbiamo degustato otto Bordeaux di  valore con invecchiamento fino a 25 anni! La nostra guida turistica, Fabio Balan, si è particolarmente distinto, oltre che per l'ovvia competenza, per simpatia e disponibilità. Grazie alla sua capacità di sintetizzare con precise pennellate le caratteristiche peculiari dei vari territori e grazie alla selezione di bottiglie estremamente esemplificative, è riuscito a trasmettere la valenza di una denominazione molto complessa e diversificata. Se il Bordeaux è diventato un mito planetario non è avvenuto per caso. Questo territorio, nelle sue espressioni migliori, è in grado di fornire vini che hanno una capacità di invecchiamento forse senza eguali al mondo. La sinergia tra la potenza del Cabernet Sauvignon, il fruttato del Merlot, l'eleganza del Cabernet Franc e la speziatura del Petit Verdot ha raggiunto in questo angolo di Francia dei risultati che sono stati oggetto di imitazione in ogni regione vitivinicola del pianeta, il più delle volte con risultati assolutamente non paragonabili in quanto equilibrio tra potenza, eleganza, finezza, personalità e longevità.
Un altro messaggio che è passato molto chiaro è come il Bordeaux  sia una zona geografica più che enologica in quanto la produzione è estremamente eterogenea; le percentuali dei vitigni variano enormemente sia al variare della zone, sia, all’interno della stessa zone al variare del produttore sia, da ultimo, per lo stesso produttore al variare dell’annata. Le stesse note varietali dei vitigni si modificano in funzione dei diversi terreni sui quali vengono allevati. Probabilmente il denominatore comune, sui prodotti di punta, è la notevole attitudine all’invacchiamento.

Bere Bordeaux è un impegno economico non indifferente, i costi di queste bottiglie, capaci di sfidare senza timore i decenni sono molto impegnativi e da Fabio Balan ci sono state fornite anche alcune “dritte” per selezionare prodotti con un buon equilibrio tra qualità e prezzo. Sicuramente sono vini che richiedono da parte nostra la pazienza di attendere che sviluppino appieno il loro potenziale; i grandi Chateaux sulla lunga distanza diventano semplicemente immensi. Nonostante le normali ed ovvie vicissitudini societarie dei vari produttori, ancora oggi, con poche eccezioni, la classificazione del 1855 si dimostra assolutamente attendibile, soprattutto quando i vini affrontano lunghi anni di affinamento prima di essere degustati. Ciò significa semplicemente come l'impronta indelebile del terroir riesca a marchiare il vino anche a prescindere dalla mano dell'uomo che si avvicenda a produrlo.

Forse questa è stata la lezione più importante.

Antonio Lagravinese

lunedì 23 settembre 2013

L’italiano che ha insegnato a fare la birra ai tedeschi: Birrificio del Ducato pluripremiato all'European Beer Star di Monaco di Baviera 2013

L’italiano che ha insegnato
a fare la birra ai tedeschi


Il Birrificio del Ducato di Roncole Verdi trionfa ancora una volta allo European Beer Star di Monaco di Baviera, uno dei concorsi birrari internazionali più prestigiosi e selettivi. Torna a vincere l’oro la Viæmilia, il metallo più nobile va anche alla Wedding Rauch metre Chimera e Verdi Imperial Stout si aggiudicano il bronzo…

La pils più buona del mondo non si fa in Germania o in Repubblica Ceca.
Ma in Italia.

E sono proprio i tedeschi a dirlo.

Allo European Beer Star di Monaco di Baviera, uno dei più prestigiosi concorsi birrari internazionali, ma anche uno dei più rigorosi e selettivi, ha infatti trionfato nella categoria pils la Viæmilia del parmense Birrificio del Ducato.

Un’affermazione su decine e decine di concorrenti blasonati e di lunga esperienza nella produzione brassicola ma non un fulmine a ciel sereno. La Viæmilia aveva infatti già riscosso l’oro nel 2010 e questa conferma ha tutto il sapore di una certezza definitiva.

Per il Birrificio del Ducato, fondato appena nel 2007 da Giovanni Campari e Manuel Piccoli, le buone notizie da Monaco non si sono comunque fermate qui. Nella categoria birre affumicate è giunta un’altra medaglia d’oro per la loro Wedding Rauch.
Una medaglia ancora più di rilievo se si pensa che l’argento è stato assegnato alla celeberrima Alaskan Smoked Porter, la birra “affumicata” che ha ricevuto storicamente il più alto numero di riconoscimenti nella sua categoria a livello mondiale.

E per chiudere i meritati festeggiamenti per questi due giovani imprenditori italiani due medaglie di bronzo: una per la Chimera e l’altra per la Verdi Imperial Stout.

Quattro medaglie pesanti ottenute “contro” oltre 1500 concorrenti e  che si vanno ad aggiungere a una collezione impressionante di risultati d’eccellenza. In nemmeno sette anni di attività infatti, e in concorsi internazionali di grande prestigio, il Birrificio del Ducato si è visto assegnare ben 54 medaglie di cui 22 ori, 17 argenti e 15 bronzi.

Un risultato che lo consacra come la realtà birraria italiana più premiata nel mondo e che ne fa un vanto per l’imprenditoria artigianale italiana.



Link Segnalati:

domenica 15 settembre 2013

martedì 10 settembre 2013

ScaloDegustando - Cinzia Berticelli intervistata da Stefano Mauri 10.09.2013

ScaloDegustando 

Cinzia Berticelli intervistata da Stefano Mauri


Video Luciano Sabbioni

Tre Bicchieri 2014 - Guido Berlucchi premiato con il Franciacorta Brut Extrême Palazzo Lana Ris. ’06

Comunicazione ricevuta oggi da Guido Berlucchi

''Siamo orgogliosi di condividere con voi la comunicazione ricevuta dal Gambero Rosso, che ci conferma nella Guida 2014 tra i produttori meritevoli degli ambiti Tre Bicchieri!!!

Tre Bicchieri® 2014 

Spett.le Azienda Guido Berlucchi & C. siamo lieti di comunicarvi che il vino: 

Franciacorta Brut Extrême Palazzo Lana Ris. ’06

si è aggiudicato i Tre Bicchieri® della guida Vini d'Italia 2014''

domenica 1 settembre 2013

I Love Ostrica al Chiavedibacco... l'Esclusivo Aperitivo Luxury Fish della Piazzetta del Pesce di Milano

Chiavedibacco
I Love Ostrica. Esclusivo Aperitivo Luxury Fish 
Sabato 7 settembre dalle 19 alle 22
Su prenotazione entro il 3 settembre al numero 0372808850

 


Per saperne di più vai al link del Chiavedibacco
http://www.chiavedibacco.it/index.php/novita/162-i-love-ostrica-evento-esclusivo

Per vedere i setting di I love Ostrica vai a questo link di I Love Ostrica (La Piazzetta del Pesce di Milano)

www.iloveostrica.it

Importante: prenotare entro il 3 settemebre al numero  0372808850



mercoledì 21 agosto 2013

BERLUCCHI, AL VIA LA VENDEMMIA

DA DOMANI SAREMO IN VENDEMMIA!


Berlucchi, al via la vendemmia in Franciacorta

Da domani la raccolta nei 600 ettari aziendali, coinvolti quasi mille addetti – Un premio internazionale e la conversione al biologico

 

Inizierà domattina la vendemmia alla Guido Berlucchi: il primo a cadere nelle cassette dei raccoglitori sarà il Pinot Nero del vigneto Brolo a Borgonato, base della pluripremiata Riserva Palazzo Lana Extrême.

«Sarà una vendemmia old style», dice l’agronomo Diego Cortinovis, «la data d’inizio cade infatti in netto ritardo rispetto alla media dell’ultimo decennio». Per quanto riguarda l’andamento climatico, continua Cortinovis, «abbiamo registrato forte piovosità e alcune grandinate in primavera; queste ultime hanno abbassato quantità ma non qualità del grappoli, la maturazione era infatti troppo precoce perché recassero danni reali. La seconda parte della stagione è stata invece positiva sul fronte qualitativo, con giornate fresche e soleggiate: confidiamo in un ottimo epilogo del periodo, alte temperature diurne e notti fresche».

La vendemmia riguarderà 600 ettari di vigneto in Franciacorta, 85 di proprietà e i restanti appartenenti a conferitori selezionati, e coinvolgerà circa mille addetti, di cui ben 750 raccoglitori specializzati. La Berlucchi supporta i suoi conferitori fornendo loro il “kit vendemmia”: bancali e cassette in plastica sanificabili, che preservano la qualità delle uve, impedendone lo schiacciamento.

Per quanto riguarda le aspettative sull’annata, «con maturazioni così eterogenee è prematuro fare previsioni, attendiamo l’assaggio dei mosti in cantina», spiega l’enologo Ferdinando Dell’Aquila. «Possiamo intanto confermare che la quantità vendemmiata sarà ai livelli del 2012, quindi del 10% inferiore rispetto alla media dell’ultimo decennio». È convalidato anche il ricorso a prodotti vegetali “allergen free” durante le lavorazioni in cantina e la continuazione del progetto Mille1Vigna, la carta d’identità storica dei circa mille vigneti aziendali.

Arturo Ziliani, consigliere delegato e responsabile della produzione, conclude con due novità: «Berlucchi ’61 Rosé è stato premiato al Japan Wine Challenge, la più importante competizione enologica del Sol Levante, quale migliore vino italiano, a conferma di un percorso qualitativo parallelo al rientro totale in Franciacorta. Inoltre, la gestione sostenibile dei nostri vigneti (il progetto Berlucchi Green, ndr) si è evoluta con la richiesta ufficiale di conversione biologica. Da quest’anno inizia quindi una fase di ricerca che ci consentirà di valutare se la via del biologico è realmente preferibile dal punto di vista dell’ambiente, del prodotto finale e della sicurezza sui luoghi di lavoro, rispetto alla viticoltura sostenibile finora adottata».

lunedì 8 luglio 2013

Giro d'Italia Femminile 2013 & Astoria 9.5 Pink - Cremona - 07.07.2013

Per vedere la galleria d'immagini del quotidiano La Provincia di Cremona e Crema online cliccare QUI

Per vedere la galleria d'immagini che ho scattato io cliccare QUI

L'evento pubblicato sul Quotidiano la Provincia di Cremona e Crema edizione 08 luglio 2013:





domenica 30 giugno 2013

Vineria Fuoriporta - Bertonico - LO - Degustazione ''Vino Libero''

Nel Video curato da Luciano Sabbioni, Stefano Mauri intervista Luca Bandirali, Delfina Piana e Dennis Barbieri...



Presso la Vineria Fuoriporta di Bertonico (LO),  venerdì 28 Giugno, si è tenuta la degustazione ‘’Vino Libero’’ (progetto Oscar Farinetti)
I vini in degustazione erano:
- Rosa d’alta Murgia - Masseria San Magno (Puglia)
- Sauvignon Colli Orientali - Le Vigne di Zamò (Friuli)
... in abbinamento a delizie gastronomiche preparate da Delfina Piana, Michele Scorsetti e Luca Bandirali

Link Utili:

lunedì 10 giugno 2013

V.O.G. - 45 vini per meglio comprendere la Francia II° modulo: Jura e Savoia – Alsazia - di Andrea Varischi

V.O.G. - 45 vini per meglio comprendere la Francia
II° modulo: Jura e Savoia – Alsazia - di Andrea Varischi




Jura e Savoia.
Queste zone si trovano nella parte centrale della Francia. La Jura è celebre per Les Vins de Paille, vini dolci e passiti, e per i Vins Jaunes, prodotti con uva Savagnin; vini affinati per anni con un procedimento simile allo Sherry. L'uva bianca prevalentemente coltivata nella Jura è appunto il Savagnin, mentre le uve rosse sono il Poulsard e il Trousseau, lo Chardonnay e il Pinot Noir. Nella Savoia si producono vini bianchi, rosati e rossi. Le uve bianche principalmente coltivate sono l'Altesse, Chasselas e Jacquère, mentre il Mondeuse è la principale uva rossa.

Alsazia.
Questa regione, che si trova nella parte nord-orientale della Francia, al confine con la Germania, produce principalmente vini bianchi di cui il più rappresentativo e celebre è senz'altro quello prodotto con uve Gewürztraminer. L'Alsazia costituisce di fatto un'eccezione all'interno del sistema di qualità Francese perché è l'unica zona dove per motivi tradizionali è consentita l'indicazione in etichetta del nome dell'uva con cui si producono i vini. L’eccezione è rappresentata dall’Edelzwicker, un vino prodotto con l'assemblaggio di più uve i cui nomi non vengono segnalati. Le uve bianche principali utilizzate nell'Alsazia sono il Riesling, il Gewürztraminer, il Pinot Grigio e il Moscato bianco e sono le uniche uve che possono essere utilizzate per l'AOC Alsace Grand Cru. Le altre uve bianche coltivate nella zona sono il Silvaner e il Pinot Bianco. Le principali uve rosse dell'Alsazia sono il Pinot Nero e il Gamay. La produzione di vini rossi e rosati è scarsa, circa l'otto percento della produzione totale. La zona produce anche degli eccellenti vini prodotti da vendemmie tardive (Vendanges Tardives) e i celebri Sélection de Grains Nobles, vini dolci, complessi, concentrati e aromatici prodotti da rigorose selezioni di uve, spesso raccolte acino per acino, attaccate dalla muffa nobile (Botrytis Cinerea).  Un prodotto piuttosto noto dell'Alsazia è il Crémant d'Alsace, un vino spumante prodotto con il metodo classico della rifermentazione in bottiglia.


 


I vini della serata.

1° vino in degustazione: AOC Cotes de Jura – Les Chalasses Marnes Bleues – Jean Francois Ganevat 2008 – tit. alc. vol. 12% (costo indicativo in enoteca 45.00 €).
Il Domaine di Jean-François Ganevat si trova nel piccolo villaggio del Jura di La Combe dal 1650. Jean-Francois ha lavorato con il padre nella tenuta di famiglia nel periodo 1982-1989 prima di andare a Beaune per studiare le tecniche di vinificazione. Dopo aver acquisito le qualifiche necessarie rimase in Borgogna alle dipendenze di del Domaine di Jean-Marc Morey in Chassagne-Montrachet. Rientrò in in famiglia nel 1998.
I terreni di Ganevat ammontano  a 8,5 ettari; sono coltivati in regime biodinamico e hanno recentemente guadagnato la certificazione Demeter. Jean-François produce fino a 40 diverse cuvée in un anno e sa essere molto meticoloso in vigna e in cantina. Quindi, cosa aspettarsi dai bianchi da uve Savagnin di Ganevat? Elevazione in barrique, grande intensità, presenza al palato, acidità minerale. L’apripista della degustazione si presenta in una veste dorata splendida con riflessi verdolini e lucentezza propria. All’olfatto inizialmente appare imballato; questa tipologia di vino trae grande beneficio dalla decantazione. Dopo un’accurata ossigenazione emergono ricchi aromi fruttati, sentori dolci ma anche freschi ed eleganti, con un’idea raffinata di ossidazione. Grandissima personalità in fase gustativa, con bevibilità in evidenza grazie alle parti dure che sostengono un equilibrio ancora in definizione per via dell’età ancora giovane del campione, che in prospettiva regalerà emozioni a non finire.
Punteggio in batteria: 90.
2° vino in degustazione: AOC Cotes de Jura – Cuvee Julien – Jean Francois Ganevant 2009 – tit. alc. vol. 12% (costo indicativo in enoteca 45.00 €).



I migliori vini rossi del Jura sono vini onesti che offrono grande piacere di beva e coerenza con il  terroir di provenienza, situato tra la Borgogna e la Svizzera, con un clima decisamente fresco. In vigna Jean-Francois ed il suo staff  intervengono meticolosamente su ogni singolo acino che spunta fuori dai grappoli diradandolo, per meglio concentrare le sostanze. Jean-François vinifica i suoi Pinot Noir con una prima fermentazione in vecchi tini di legno, utilizzando lieviti naturali,  senza aggiunta di solfiti e senza essere filtrati. La Cuvée Julien prende il nome dal nonno di Jean-François, e la vigna da cui proviene è piantata in parte nel 1951 ed in parte nel 1977. L’annata
2009 è una vendemmia ottima per la zona.  Il secondo campione si presenta con una colorazione che denota la tipologia di lavorazione a cui è sottoposto il vino, con una veste opalina. All’olfatto si presenta altalenante tra suggestioni fruttate e minerali con accenni foxy e sentori meno eleganti.
All’assaggio si assesta su buoni livelli evidenziando una verve acido sapida che si esprime attraverso una bellissima beva.

 Punteggio in batteria: 80.



3° vino in degustazione: AOC Alsace Grand Crù Sommerberg – Riesling “JV”-  Albert Boxler 2008 – tit. alc. vol. 13.5%  (costo indicativo in enoteca 40.00 €).
Il Domaine Albert Boxler è situato in una vecchia casa di proprietà della famiglia da tempo immemore; si trova nel villaggio dell'Alsazia di Neidermorschwihr. Il Domaine è attualmente gestito da Jean Boxler, nipote di Albert e vanta una reputazione come produttore di alcuni dei migliori vini delle regioni. La proprietà annovera 13 ha di vigneti con classificazione in ben due Grand Crù. I versanti rivolti a sud raggiungono i 48° di pendenza ed un’altitudine di 400 m. Le vigne raggiungono i 30 anni di età e il 90% della produzione è dedicata al Riesling. Il terzo campione potrebbe rappresentare l'esempio perfetto di Riesling  alsaziano dallo stile moderno. Alla vista si presenta integro e brillante . Tratti caratteristici emergono molto definiti nella fase olfattiva con profumi inebrianti e deliziosi di agrumi, in particolare il pompelmo, toni minerali  e erbe aromatiche. In fase gustativa evidenzia concentrazione, acidità e mineralità da manuale, ritorni fruttati e personalità da vendere.

Punteggio in batteria: 87.


4° vino in degustazione:  AOC Alsace Vendage Tardive  – Riesling -  Lucien Albrecht 2007 – tit. alc. vol. 13% (costo indicativo in enoteca 45.00 € - 0.375 ml.)
5° vino in degustazione: AOC Alsace Selection de Grains Nobles  – Gewurztraminer - Lucien Albrecht  2001 – tit. alc. vol. 13,5 % (costo indicativo in enoteca 80.00 € - 0.375 ml.)

Maison Albrecht è una famiglia che gestisce la cantina storica  fondata nel 1425; ora sono alla nona generazione di viticultori. La tenuta comprende alcuni dei più prestigiosi terroir in Alsazia e i vigneti di Lucien Albrecht sono meticolosamente curati. Vige un regime di agricoltura biologica. La filosofia è quella di cercare di produrre vini artigianali che rappresentano i vigneti, la denominazione e lo stile di famiglia. Per quanto concerne il quarto campione, le uve di Riesling che compongo questa cuvée vengono raccolte tra novembre e dicembre, dopo il completamento della vendemmia regolare. I grappoli sono accuratamente selezionati e raccolti a mano. A causa della estrema ricchezza del vino, la fermentazione dura diversi mesi. La surmaturazione delle uve con la loro naturale concentrazione di zuccheri e sali minerali dovrebbe regalare vini ricchi, definiti e complessi. Purtroppo il campione in esame non ci concede emozioni, con scarsi profumi e sentori metallici al palato.
Punteggio in batteria: n.d.

Anche per l’ultimo campione le uve, in questo caso di Gewurztraminer , vengono raccolte tra novembre e dicembre. I vini sono ottenuti da un'attenta selezione dei grappoli che sono colpiti dalla muffa nobile (Botrytis). Gli acini sono accuratamente selezionati e raccolti a mano, uno per uno. Questo obbliga a diversi passaggi nel vigneto, per poter cogliere le uve al momento opportuno. Il vino si presenta con un colore oro brillante impressionante, con aromi speziati e note di frutta esotica e frutta secca, intensi ed eleganti. L’impalcatura gustativa è gigantesca e spicca per concentrazione, forza, equilibrio e bevibilità. Ricchezza e complessità ci regalano un finale interminabile, che potrebbe regalare nuove emozioni con ulteriore affinamento.
Punteggio in batteria: 94.


domenica 26 maggio 2013

VOG (VISTA OLFATTO GUSTO): 45 vini per meglio comprendere la Francia - II° modulo: Borgoggna (Chablis - Cote de Beaune - Maconnais) - di Andrea Varischi




Chablis. 

La regione Chablis è la zona vinicola più settentrionale della regione della Borgogna. Le vigne intorno alla città di Chablis sono quasi tutte di Chardonnay e regalano un vino bianco secco rinomato per la purezza del suo aroma e del suo gusto. Il clima fresco di questa regione produce vini con più acidità e sapori meno fruttati, ricordando spesso in degustazione una nota di "pietra focaia" descritta come "goût de pierre à fusil". Rispetto ai vini bianchi del resto della Borgogna, lo Chablis è in media molto meno influenzato dal legno. La scelta della maturazione in legno è una cifra stilistica che varia ampiamente tra i produttori di Chablis. Per quanto concerne la classificazione, sono presenti otto “Grands Crus di Chablis”: Bougros, Les Preuses, Vaudèsir, Grenouilles, Valmur, Les Clos, Blanchot e La Moutonne. Si contano poi diciassette Premiers Cru e le denominazioni Chablis e Petit Chablis.

Côte de Beaune.

Nella Côte de Beaune si producono sia vini bianchi, da uve Chardonnay, sia vini rossi, da uve Pinot Nero. L'area è comunque celebre per i suoi vini bianchi ed è dalla Côte de Beaune che provengono i migliori Chardonnay della Borgogna. Si trovano infatti in quest'area i celebri Grand Cru di Montrachet, Bâtard-Montrachet, Bienvenue-Bâtard-Montrachet, Chevalier-Montrachet, Corton-Charlemagne e Criots-Bâtard-Montrachet. Anche i vini rossi della Côte de Beaune sono di elevata qualità, in particolare quelli di Corton, tuttavia considerati meno pregiati di quelli della Côte de Nuits. I bianchi della Côte de Beaune sono caratterizzati da una sorprendente ricchezza organolettica e da grande struttura, con aromi che spesso ricordano miele, nocciola, vaniglia e talvolta tartufo.

Mâconnais.

Scendendo ancora più a sud nella regione della Borgogna, si trova la vasta zona del Mâconnais. L'area è principalmente orientata alla produzione di vini bianchi, spesso di qualità media e di largo consumo e non sono presenti né Premier Cru né Grand Cru. I migliori vini del Mâconnais, che in termini di qualità si differenziano dal resto della produzione, sono Mâcon, Pouilly-Fuissé e Saint-Véran, tutti bianchi e tutti prodotti con Chardonnay. Una curiosità del Mâconnais è rappresentata dal piccolo villaggio chiamato Chardonnay, esattamente come la celebre uva bianca, di cui non è certo se sia il luogo di origine di quest'uva, e pertanto l'uva è stata chiamata con il nome del villaggio, oppure il villaggio è stato così chiamato proprio in onore della principale uva bianca di Borgogna.

I vini della serata.

1° vino in degustazione: AOC Chablis Premier Cru – Fourchaume – Bernard Dampat 2010 – tit. alc. vol. 13% (costo indicativo in enoteca 35.00 €).

Bernard Dampt proveniva da una famiglia di coltivatori e nel 1980 ha investito i suoi risparmi nell'acquisto di una proprietà per i suoi tre figli, Eric, Emmanuel e Hervé. Attualmente possiedono 60 ettari. Hugh Johnson sostiene che: "Un Premier Cru Chablis fatto da un buon coltivatore rappresenta la miglior espressione per un bianco di Borgogna". A conferma di quanto citato, il vigneto Fourchaume è situato accanto alla Grand Cru Les Preuses ed è uno dei migliori Premiers Crus. Qui si produce un classico e coerente Chablis, che si presenta molto bene all’aspetto; nelle sue note di gioventù si esprime con durezze in evidenza ma anche tenore alcolico, con toni minerali in fase olfattiva, fieno, agrumi e riverberi metallici. Discreto equilibrio, buone le peculiarità e le qualità gustative.
Punteggio in batteria: 81.




2° vino in degustazione: AOC Pouilly Fuisse – C. C. - Guffens Heynen 2008- tit. alc. vol. 13% (costo indicativo in enoteca 80.00 €).


La piccola realtà di Guffens-Heynen è conosciuta in tutto il mondo per la sua splendida produzione che nasce nei vigneti di Macon piantati a Chardonnay. La proprietà annovera poco più di un ettaro di Pouilly-Fuissé, diviso in parecchi appezzamenti, tra cui La Cote Carmentrans. Dalla vendemmmia 2008 la decisione di assemblare l’annata con il nome di "C.C.". Il segreto di questo vino è quello di utilizzare solo uve perfettamente sane e mature: selezione accurata in vigna, ulteriore smistamento in cantina, pressatura soffice e fermentazione in barriques (15% nuove), poi permanenza di otto mesi sui lieviti. Questo Pouilly-Fuissé è vestito d'oro. Il naso ha profumi floreali, note di agrumi e frutti esotici. In bocca mostra ottima forza e buone qualità gustative, con volume e sentori di spezie dolci che si fondono con il frutto.
Punteggio in batteria: 87.

3° vino in degustazione: AOC St. Aubin – En Vosnau – Derain 2010 – tit. alc. vol. 12% (costo indicativo in enoteca 60.00 €). 

Pommard è un paese al confine tra la Cote de Nuits e la Cote de Beaune, diviso tra la produzione di rossi da Pinot Nero e bianchi da Chardonnay. Dominique Derain è un viticoltore appassionato che
nel 1988 si imbarca in un'avventura con Catherine, che conosce molto bene il lavoro in vigna, acquistando terreni vitati a Saint Aubin. La cantina si trova nel cuore del villaggio, nella vecchia canonica.
Dalla prima vendemmia nel 1989, Dominique Derain conduce la vigna con gestione biodinamica. Per produrre En Vosnau, Derain raccoglie lo Chardonnay per una pressatura soffice e avvia la fermentazione in barrique dove la massa permane anche per l’affinamento. Ottiene così maggiore acidità e stabilità nel vino. Il vino in degustazione ci regala un bel colore, risultando discreto al naso e nella fase gustativa; si tratta comunque di un buon prodotto dalla beva accattivante e dal buon equilibrio, peccando in profondità. Punteggio in batteria: 81


4° vino in degustazione: AOC Puligny Montrachet – Domaine Marc Morey et Fils 2006 – tit. alc. vol. 13,5 % (costo indicativo in enoteca 100.00 €)

5° vino in degustazione: AOC Chassagne Montrachet Premier Cru – Les Chenevottes - Domaine Marc Morey et Fils 2006 – tit. alc. vol. 13,5 % (costo indicativo in enoteca 120.00 €)

Domaine Marc Morey si trova nel cuore della Côte d'Or, nel centro del villaggio di Chassagne-Montrachet. Anche se il nome di famiglia Morey può essere fatta risalire a più di cinque generazioni in Chassagne, fu nel 1950 che Marc Morey si stabili in questo domaine. Ha costruito la cantina originale sotto la centenaria casa di famiglia, un ex ristorante posteria e ha iniziato a vinificare i suoi vini. Nel 1977 subentrano sua figlia Marie-Joseph e suo figlio Bernard Mollare. Quest’ultimo oggi conduce il domaine in compagnia della figlia Sabine. La proprietà si estende oggi su 25 ettari coltivati ad Aligotè,Chardonnay e Pinot nero.

Rigore e rispetto per la terra sono i tratti distintivi di questi produttori. Le viti vengono potate a singola Guyot e cordone speronato, i filari sono inerbati e si attua un attenta politica di potature. Il terreno viene lavorato nel corso dell’intero anno. Per un lungo periodo, l'area è entrata in un processo di controllo razionale, nel quale i trattamenti in vigna sono stati effettuati solo quando si è reso assolutamente necessario. Il rispetto per l'ambiente è un elemento importante , tenuto in alta considerazione. Lo stile delle vinificazioni si adatta ad ogni vendemmia; di norma l’affinamento sulle fecce si protrae 10 mesi per i bianchi e 15 mesi per i vini rossi, con l’impiego del 25-30% di barriques nuove di rovere per una migliore espressione del terroir. Filtrazioni leggere a seconda delle caratteristiche del vino. I prodotti del domaine giocano su note di finezza, freschezza e mineralità più che sull’opulenza.

Il 4° campione si presenta alla vista con un’impressione molto buona, figlio di una produzione di 60.000 bottiglie da viti di 30-60 anni d’età. Si evidenzia qualche problema in fase di apertura olfattiva, che si riconferma in fase di analisi gustativa , penalizzando bevibilità ed equilibrio e peccando in peculiarità.

Punteggio in batteria: 78.

Il 5°campione si presenta anch’esso alla vista con un’impressione molto buona. A differenza del precedente, si apre all’olfatto con note varietali e di elevazione, confermando in fase gustativa tutta la sua qualità , evidenziando doti da fuori classe per bevibilità ed equilibrio e brillando in peculiarità.

Punteggio in batteria: 91.




di Andrea Varischi

Link al sito internet dell'associazione: VISTA OLFATTO GUSTO

mercoledì 1 maggio 2013

Vino Libero disponibile ora anche all'Enoteca Fuoriporta di Crema - CR - e alla Vineria Fuoriporta di Bertonico - LO - del titolare Luca Bandirali



Enoteca Fuoriporta - Crema - CR - www.enotecafuoriporta.it 

Vineria Fuoriporta - Bertonico - LO - www.vineriafuoriporta.it 

Trattoria il Gabbiano - Corte de' Cortesi - CR - www.trattoriailgabbiano.it



VOG (Vista Olfatto Gusto) - 45 vini per meglio comprendere la Francia – II° modulo: Borgogna (Cote de Nuits) - Prima lezione - 11 Aprile 2013 - di Andrea Varischi

Classificazione della Borgogna.

La Bourgogne viticola si estende per 370 km, su quattro dipartimenti: lo Yonne per lo Chablis; la Cote d'Or per la Cote de Nuits e la Cote de Beaune; la Saone-et-Loire per la regione di Mercurey, la Cote Chalonnaise e il Maconnais; il Rhone per il Beaujolais.
La sua superficie vitata è attualmente di circa 50.000 ettari, cui hanno origine 2.500.000 di ettolitri di vino, suddivisi in 3/4 di rossi e 1/4 di bianchi. I vitigni impiegati sono solo quattro: Chardonnay (a bacca bianca), Pinot Noir (a bacca nera. Antico vitigno, considerato "nobile"), Aligoté (a bacca bianca) e Gamay (a bacca nera).
I vini sono classificati in cinque categorie (A.O.C.):
- Appellation Régionale: Bourgogne (Blanc, Rosé e Rouge).
Resa massima in vino per ha: 60 hl per i bianchi e 55 hl per i rossi e rosati. La gradazione alcolica minima: 10,5% i bianchi e 10% per i rossi e i rosati.
- Appellation sous-Régionale (indicano delle zone all'interno della regione): Bourgogne Irancy, Bourgogne Cote Chalonnaise, Bourgogne Hautes Cotes de Nuits, etc. La resa massima in vino per ha, varia da 55 a 60 hl. La gradazione alcolica minima: da 9 a 9,5% per rossi, rosati e bianchi.
- Appellation Communale (riferita a specifici territori comunali) : Fixin, Vougeot, Nuits-Saint-Georges, Meursault, etc. Resa massima in vino per ha: 40 hl per i rossi e 45 hl per i bianchi. La gradazione alcolica minima: 10,5% per i rossi e 11% per i bianchi.
- Appellation Premier Cru (il nome del comune accompagnato dal nome del vigneto), esempio: Fixin La Perrière, Chambolle-Musigny Les Combottes, etc. Resa massima in vino per ha: uguale alla precedente. La gradazione alcolica minima: 11% per i rossi e 11,5% per i bianchi.
- Appellation Grand Cru (solo il nome del vigneto). Sono tra i più grandi vini del mondo: Chambertin, Romanée-Conti, Montrachet, etc. Resa massima in vino per ha: da 35 a 37 hl per i rossi, 40 hl per i vini bianchi. La gradazione alcolica minima: 11,5% per i rossi, da 11,5% a 12% per i bianchi.

I vini della serata:

1° vino in degustazione: Pommard - Les Petits Noizons – Derain 2008 (costo indicativo in enoteca 70.00 €).
Pommard è un paese spesso assimilato ad un 1er Cru. Qui troviamo viti con età media di 70 anni che crescono su uno strato di terra rossa con substrato ferroso e poi calcare. Dominique Derain afferma che con la gestione biodinamica della vigna, evitando l’uso di fertilizzanti a base di potassio, ottiene maggiore acidità e stabilità nel vino. Le rese qui sono circa 28 quintali per ettaro. Imbottigliato a Pasqua, il vino regala un bel colore, più discreto al naso e nella fase gustativa; si tratta comunque di un buon prodotto dalla beva accattivante. Punteggio in batteria: 80.

2° vino in degustazione: Chambolle Musigny – Heresztyn 2005 (costo indicativo in enoteca 70.00 €)
Il vino proviene da quattro vigneti collocati tra i 250 e 300 metri di altitudine. Numerose fessure nel calcare permettono alle radici delle viti di nutrirsi in profondità nel sottosuolo. Lastre di pietra e ghiaia consentono un buon drenaggio. Le uve vengono raccolte nel pieno della maturità, estrazione vien poi condotta in modo da conservare la finezza della denominazione. E’ un vino in grado di gestire l’elevazione in rovere di Allier nuovo. Questa denominazione si presenta sulla carta come la più femminile delle Côte de Nuits. Il colore si esibisce in un rosso splendido. Degno rappresentante della sua denominazione, al naso richiama piccoli frutti rossi, cede però in fase gustativa, peccando in ambiti quali equilibrio e bevibilità. Punteggio in batteria: 78.

3° vino in degustazione: Nuits Saint Georges - Premier Cru Les Vignes Rondes – Domaine Confuron Cotetidot 2006 (costo indicativo in enoteca 100.00 €)Il terzo campione proviene da terreni marroni, poveri, un po 'sassosi, che regalano vini pregiati ed eleganti.
Jean-Pierre Yves Confuron-Cotetidot lavora i grappoli interi, senza diraspatura, e procede poi con macerazione per periodi lunghi. Si presenta ottimamente nell’aspetto visivo, nell’analisi olfattiva troviamo in questo Premier Cru Nuits-Saint-Georges intense e raffinate sensazioni di piccola frutta scura e spezie; alla fase gustativa tannini raffinati e una struttura dotata di grande bevibilità e personalità, con uno stadio di elevazione pressoché ottimale. Punteggio in batteria: 90.

4° vino in degustazione: Gevrey Chambertin – Cuvee Vieilles Vignes – Dugat Py 2009 (costo indicativo in enoteca 100.00 €)
Bernard Dugat e suo figlio, Lioc, sono viticoltori di 12^ e 13^ generazione, con radici familiari presso Gevrey-Chambertin. La tenuta è diventato ufficialmente Dugat-Py , quando è stato aggiungento il nome da nubile della moglie di Bernard, Jocelyne Py. Recentemente, il Domaine è passato a regime di agricoltura biologica. Il campione in degustazione è una cuvée con uve provenienti da tre diversi vigneti, con viti attorno ai 50 anni di età. Le uve sono raccolte, pigiate e fermentate insieme. Successivamente il vino viene affinato in barriques nuove per 18 mesi prima di essere imbottigliato. La produzione di questo vino è ridottissima. L’aspetto si presenta molto buono ed il naso si schiude richiamando ribes nero, cuoio e terra. Alla fase gustativa presenta aspetti molto buoni leggermente penalizzati da un equilibrio non ancora in asse a causa della gioventù. Punteggio in batteria: 87.

5° vino in degustazione: Echezeaux Grand Cru – Domaine Confuron Cotetidot 2009 (costo indicativo in enoteca 200.00 €)
Vino da vigne di 0,45 ettari a Les Treux dove Clos de Vougeot incontra Grands Echézeaux. Il sempre schietto e diretto Yves Confuron dichiara per l’annata 2009: "un’annata che è stato necessario raccogliere in ritardo per ottenere un’ottimale maturazione fenolica. Si impiegano grappoli interi nelle nostre vinificazioni, quindi abbiamo necessariamente bisogno di livelli elevati di maturazione. Abbiamo scelto il periodo dal 20 al 30 settembre e portato in cantina uva che prometteva alcooli potenziali tra il 12,7-14%. La massa ha effettuato un lungo periodo di macerazione. Nel complesso, il 2009 ha prodotto ottimi vini, anche se resta da vedere se saranno veramente grandi. Il tempo è davvero l'unica prova".
Vino monumentale che elude i criteri di degustazione e si colloca per espressione, piacevolezza e potenziale evolutivo al vertice della serata. Punteggio in batteria 96

(di Andrea Varischi)

ULTIMI POSTI DISPONIBILI PERCORSO DEGUSTATIVO

Quando i sensi hanno il gusto giusto.
Tre appuntamenti per comprendere con facilità ed immediatezza le caratteristiche proprie e distintive di un vino, con metodo VOG. Tutti i vini verranno serviti coperti e rivelati solo al termine della lezione.

9 maggio
Brut-Millesimato-Pas dosè -Blanc des blancs- Rosè

16 maggio
Bianco giovane-Bianco aromatico-Bianco invecchiato-Bianco passito-Bianco liquoroso

23 maggio
Rosso giovane-Rosso invecchiato-Rosso da invecchiamento-Rosso da uve parzialmente appassiteRosso Liquoroso

Orario lezioni: 21.00>23.00
Posti disponibili: 15
Costo : €160,00 + quota associativa VOG € 50,00
Comprende il materiale didattico ed i vini.
Al termine verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Materiale didattico
Relatori Bandirali Luca Presidente Vog, Delfina Piana Vice Presidente Vog
Sede:Vineria Fuoriporta sede dell'Ambasciata VOG di Lodi, presso Villa Fabrizia Resort - Via Mirabello 1 a Bertonico (Lodi).

Ambasciatore VOG Cremona: Delfina Piana
3296765397 per informazioni o iscrizioni: vog@vistaolfattogusto.it

VOG - Un Sorso di Germania... Schloss Johannisberg (Importato in Italia dall'importatore Balan SRL) - 25 Marzo 2013 - Enoteca Fuoriporta di Bandirali Luca - Crema - di Antonio Lagravinese


Pur essendo, quanto a volumi, il quarto produttore europeo ed il settimo a livello mondiale,  la Germania non gode di particolare considerazione tra i consumatori italiani, al punto che i vini tedeschi sono quasi introvabili anche sugli scaffali degli operatori più qualificati. A questa situazione concorrono una molteplicità di fattori. Sicuramente una nazione come l'Italia che si considera, a ragione, patria del vino di qualità, vede con una certa superiorità prodotti che giungono da regioni con minor blasone, riservando maggiore attenzione all'altra grande tradizione enoica europea : la Francia. Altro fattore a frenare il consumo di vino tedesco nel nostro paese è quello linguistico: si fa fatica a comprare ciò che non si riesce neppure a pronunciare! Capire il sistema di classificazione dei vini tedeschi è poi un altro scoglio da superare per potersi orientare all'interno di una produzione molto eterogenea per tipologia e qualità. C'è però un altro aspetto tutt'altro che secondario e molto più tecnico: la convinzione che i vini tedeschi siano di qualità tutto sommato modesta e che comunque  vi si possano trovare adeguate e più valide alternative all'interno dei nostri confini.
Come regola generale ogni giudizio, condivisibile o meno, è sempre rispettabile, ma per potersi formare una opinione bisogna prima avere l'opportunità di conoscere. Per sanare questa lacuna, il giorno 25 marzo, VOG ha organizzato presso la propria sede di Crema, all'Enoteca Fuoriporta, la degustazione “ Kabinett, Spätlese, Auslese, Beerenauslese, Eiswein, Trockenbeerenauslese” ,  mirata all'approfondimento della legislazione tedesca riguardo al vino. In degustazione quattro vini paradigmatici di alcune tipologie. Per rendere l'esercizio il più efficace possibile, si è scelto di proporre vini di un solo produttore e di un solo vitigno, in modo da annullare altri fattori di variabilità.
Oltre che essere una nazione importante dal punto di vista quantitativo, la Germania ha una grandissima tradizione vitivinicola. La vite arrivò durante l'Impero Romano e la produzione ebbe notevole impulso durante il regno di Carlomagno. Le regioni produttrici di vini di qualità sono tredici ma le due che godono di maggior fama sono sicuramente la Mosella e la Valle del Reno. E' su quest'ultima che ha posto l'attenzione la serata organizzata da VOG attraverso la degustazione dei vini di Schloss Johannisberg: la più antica e storica cantina della regione, da secoli di proprietà della famiglia Metternich, sede di una delle più prestigiose scuole di enologia mondiali ed ideatrice di un sistema di classificazione dei vini poi codificato nella legislazione nazionale. Tutti i vini provenivano dall'uva Riesling.
La serata è stata introdotta da una panoramica sul doppio sistema di classificazione dei vini, quella qualitativa basata sulla dolcezza dei mosti : Kabinett, Spätlese, Auslese, Eiswein, Beerenauslese, Trockenbeerenauslese in ordine di potenziale alcolico crescente, e quella gustativa basata sulla dolcezza dei vini: Trocken, Halbtrocken, Lieblich, Süss (secco, semisecco, abboccato, dolce). L'introduzione è servita a chiarire un aspetto fondamentale e propedeutico alla degustazione: i vini tedeschi giocano molto sull'equilibrio tra la componente dolce e quella acida; lo sviluppo dell'alcol non è mai completo proprio per preservare un residuo zuccherino che controbilanci la freschezza del vino. Ed ecco emergere un altro ostacolo al diffondersi dei vini tedeschi nel nostro paese: l'idea che, trattandosi di vini con bassa gradazione alcolica e con generalmente avvertibile residuo zuccherino, siano prodotti di modesto valore, facilmente sostituibili, a parità di vitigno, con prodotti autoctoni.
La curiosità aumenta e l'unico modo per soddisfarla è iniziare l'assaggio.

RIESLING ROTLACK KABINETT FEINHERB 2010
I Kabinett sono i vini prodotti con le uve con il più basso livello di maturazione consentito per la produzione di vini di qualità. Il bicchiere si presenta con un colore giallo quasi trasparente, la beva è estremamente gradevole, il naso evidenzia sentori agrumati, un accenno di menta, di petalo di rosa e di pesca bianca con una delicata trama minerale. Il tenore alcolico di 11°, l'acidità di 8,7gr/l e lo zucchero residuo di 17,7gr/l donano al vino la sua migliore caratteristica: la bevibilità. La profondità e la forza non sono ai massimi livelli ma la natura di questo prodotto non lo può neppure pretendere, ciò che stupisce è la straordinaria freschezza e finezza.

RIESLING GRÜNLACK SPÄTLESE 2011
Gli Spätlese sono vini prodotti da uve con vendemmia tardiva. Ciò non comporta necessariamente che i vini debbano essere dolci, poiché si potrebbe svolgere integralmente lo zucchero per produrre un vino secco. Nel nostro caso siamo invece in presenza di un vino dolce, con un residuo zuccherino di 93,3gr/l con una incredibile acidità di 9,6gr/l e solo 7,5° gradi alcolici. L'assaggio è piuttosto sconcertante. Rispetto al campione precedente il vino ha decisamente una forza maggiore, anche la mineralità è maggiormente marcata, benchè quasi mascherata da toni mielosi, uno spiccato sentore di camomilla, di ananas. Il primo impatto gustativo è caratterizzato dalla dolcezza, la quale lascia spazio ad un prepotente ritorno fresco ed agrumato per poi chiudere nuovamente su toni morbidi di camomilla. E' opinione comune che, visto il suo potenziale di invecchiamento, questo vino sia ancora troppo giovane e che le varie componenti non si siano ancora ben fuse ed armonizzate.

RIESLING ROSALCK AUSLESE 2007
Gli Auslese sono prodotti con uve appassite selezionate e che poterebbero anche essere attaccate dalla muffa nobile. Il vino in degustazione ha un residuo zuccherino di 131gr/l, una acidità di 7,2gr/l ed una gradazione di 7,5°. Il colore è splendido, un giallo oro elegantissimo che conferma l'incredibile eleganza in bocca. Il sorso ha una grandissima forza, una eccellente finezza ed una straordinaria bevibilità dal momento che la dolcezza è adeguatamente sostenuta dall'acidità. Al naso rivela una profondità molto buona: uva matura, pesca gialla, frutta secca, resina, miele, agrume candito e nette sensazioni minerali. Anche in questo caso un vino con una straordinaria longevità potenziale, ma comunque estremamente godibile anche adesso.

RIESLING ROSA-GOLDLACK BEERENAUSLESE 2007
Come in tutti i Beerenauslese qui ci troviamo in presenza di un vino prodotto con uva attaccata dalla muffa nobile. Il color giallo oro con riflessi quasi ramati è splendido. La bevibilità straordinaria, il vino scorre vellutato senza lasciare fastidiosi residui zuccherini. Nonostante il residuo di 187 gr/l di zucchero, l'acidità di 7,7 gr/l contribuisce egregiamente a ripulire le papille gustative. Il basso tenore alcolico di 7,3° contribuisce a non appesantire l'assaggio. Per l'olfatto è un tripudio: mango, chiodi di garofano, cannella, vaniglia, spezie dolci, miele, una punta di zafferano, burro e scorza candita di agrume. Un vino vivo e che vivrà agevolmente per decenni!

Questa straordinaria degustazione, come sempre magistralmente condotta da Luca Bandirali e Delfina Piana, si è conclusa con una apprezzatissima degustazione di Foie Gras, Ricotta di pecora e formaggio Roquefort.

Un messaggio è passato forte e chiaro: indipendentemente dai gusti personali, i vini della Valle del Reno non sono confrontabili con nessun altro Riesling prodotto in altre zone. Il particolare territorio, il clima che consente maturazioni molto particolari, i sistemi di produzione che hanno radici millenarie, creano un particolare equilibrio tra dolcezze, mineralità ed acidità che è assolutamente unico e non riproducibile. Il vitigno Riesling trova in questa zona il suo terreno di elezione, fornendo mineralità spiccate ma elegantissime, prive dei sentori idrocerburici erroneamente definiti come tipici di quest’uva.
Dobbiamo augurarci che altre iniziative come questa possano stimolare la comprensione dei vini di regioni meno conosciute ma non per questo meno ricche di storia, tradizioni e grandi qualità.
VOG proseguirà l'approfondimento dei vini tedeschi durante la gita nella valle della Mosella e del Reno che si svolgerà a fine Maggio …..Zum Wohl!

di Antonio Lagravinese